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L'operazione

Prada, Patrizio Bertelli: "Ecco perché abbiamo acquisito Versace. Volevamo quel brand per la sua storia e la sua identità"

L'intervista al Corriere della Sera: "Il mondo che crolla? Lo dicevano già negli anni Settanta". L'esaltazione delle maestranze italiane e la visione del futuro

Julie Mary Marini

12 Aprile 2025, 11:19

Versace

La presentazione della collezione Versace primavera estate 2025

In un momento storico segnato da incertezze economiche e geopolitiche, il Gruppo Prada ha compiuto un passo coraggioso e significativo nel settore della moda di lusso, acquisendo il marchio Versace per la cifra di 1,25 miliardi di euro. Questa operazione, come dichiarato da Patrizio Bertelli, presidente di Prada, rappresenta un investimento strategico volto a scrivere una nuova pagina nella storia del lusso italiano.

In un'intervista al Corriere della Sera, Bertelli ha espresso la sua visione ottimistica sul futuro del settore, nonostante le sfide attuali. "La prima volta che mi dissero che il mondo stava crollando? Erano gli anni Settanta, iniziavo a metter giù una delle mie prime fabbriche. C’era la conflittualità operaia, nel 1970 arriva lo Statuto dei lavoratori di Gino Giugni. E poi le Brigate Rosse... E continuarono a dirlo. Ho iniziato a 18 anni a lavorare, immagini lei quante volte è sembrato che le crisi fossero senza via d’uscita". Parole riflettono la sua lungimiranza e la capacità di affrontare le sfide con determinazione.


L'imprenditore Patrizio Bertelli, presidente del Gruppo Prada

Bertelli sottolinea che "crisi o non crisi, dazi o non dazi, questo è il tempo di investire. Servirà a uscire più veloci dalla crisi quando finirà". Strategia coerente con le mosse passate del gruppo, come l'apertura della Fondazione Prada diventata un punto di riferimento culturale, dimostrando come la cultura e l'arte possano essere un motore economico importante. Questo approccio innovativo è stato possibile grazie alla visione di Bertelli e di sua moglie Miuccia Prada, che hanno saputo trasformare un investimento culturale in un successo economico.

Bertelli nell'intervista al Corriere della Sera ribadisce che l'acquisizione di Versace non è solo un'operazione finanziaria, ma un investimento nella storia e nell'identità del marchio. "Non volevamo acquistare un altro brand, volevamo proprio Versace, per la sua storia, per la sua identità. Perché Donatella è ambassador ed è contenta di quello che stiamo facendo". Parole evidenziano l'importanza di mantenere l'autonomia dei marchi all'interno del gruppo e i buoni rapporti con di chi quel marchio ha fatto la storia. E Bertelli spiega che Prada, Miu Miu e Versace agiranno in modo indipendente. Versace è un marchio che ha segnato la storia della moda italiana, grazie alla sua creatività e al suo stile unico. L'impegno di Donatella Versace dopo la scomparsa di Gianni Versace nel 1997 fu prezioso e determinante per mantere viva la tradizione del brand. Con l'operazione del Gruppo Prada, dopo anni torna in mani italiane. 


Donatella Versace è ambassador del gruppo della 

E Bertelli sottolinea proprio l'importanza del Made in Italy, un elemento fondamentale per il lusso. "Si sente tanto parlare di industrie da rilocalizzare di qui e di là, ma ci si è posti il problema di chi dovrà lavorare in quelle fabbriche? Di chi sarà impiegato, che profili avrà, profili che saranno ben diversi da quelli di 40, 30, anche solo 10 anni fa?". Questo approccio mette in luce la necessità di comprendere le competenze richieste oggi nel settore manifatturiero, dove la maestria e la creatività sono essenziali e purtroppo sempre più rare. Il Made in Italy, ribadisce Bertelli, non è solo un marchio di qualità, ma rappresenta anche un patrimonio culturale e storico che deve essere preservato e valorizzato. Non a caso Bertelli non ama chiamare i lavoratori operai, ma preferisce il termine "maestranze", sottolineando così l'importanza della maestria e della creatività nel settore, come spiega nell'intervista.

Bertelli aveva già espresso la sua convinzione in passato, spiegando che "la moda deve crescere. Le dimensioni sono fondamentali, perché aiutano". Una visione è coerente con l'acquisizione di Versace, che rappresenta un ulteriore passo verso la consolidazione del Gruppo Prada come uno dei principali player nel settore del lusso mondiale. L'operazione Versace è stata vista con favore anche da altri imprenditori del settore, come Ermenegildo Zegna, che nei giorni scorsi, prima che l'operazione si concredizzasse, aveva dichiarato: "Faccio il tifo per il Gruppo Prada sull'operazione Versace. Patrizio Bertelli è il migliore". Questo sostegno sottolinea la stima e il rispetto che Bertelli e il Gruppo Prada godono in tutto il comparto e non solo.


Luna Rossa, la sfida più bella ed esaltante di Patrizio Bertelli e del Gruppo Prada

Inoltre, l'acquisizione di Versace è anche un segnale di fiducia nel futuro del lusso italiano, un settore che ha cercato di adattarsi alle sfide del mercato globale mantenendo alta la sua reputazione per qualità e creatività. La capacità di Prada di integrare nuovi marchi senza perdere l'identità di ciascuno è un punto di forza che potrebbe essere replicato anche in futuro. Bertelli ha ribadito che Versace sarà un marchio autonomo all'interno del gruppo. Una strategia di integrazione coerente con il modello di business di Prada, che ha sempre puntato a controllare i processi produttivi e a mantenere l'identità dei marchi acquisiti. La possibilità che Versace utilizzi i poli produttivi di Prada è stata lasciata aperta, ma Bertelli ha sottolineato che "è un po’ presto per parlarne. Il closing dell’operazione sarà tra 3 o 4 mesi. Lo farà se lo riterrà utile. Non si tratta di usare formulette e applicarle. Quanto di guardare e capire. E noi ora la guarderemo, vedremo". Cautela che riflette la volontà di Prada di comprendere a fondo le esigenze di Versace e di integrarle nel modo più efficace possibile, senza imporre un modello predefinito.

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