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La storia

"Il mio Primo Maggio senza stipendio e senza un lavoro". Il giorno difficile di Vincenzo Riggio

Sara Polvani

01 Maggio 2025, 06:38

Vincenzo Riggio

Vincenzo Riggio vive ad Arezzo

Primo maggio senza stipendio dal mese di dicembre e in cassa integrazione da fine gennaio. È la storia di Vincenzo Riggio, lavoratore della Tsd che fa parte della holding TelNet, oggi in cassa integrazione. Il Primo Maggio per lui sarà un giorno difficile. La Telco Soluzioni Digitali opera nel settore delle telecomunicazioni e si occupa di costruzione e manutenzione delle reti per conto di FiberCop. “Da dicembre non riscuotiamo”, spiega Riggio. “Ho lavorato fino al 27 gennaio poi mi hanno detto di stare a casa perché non c’era il mezzo né il gasolio. È una situazione critica, potremmo lavorare ma non si trova la soluzione”.


Una manifestazione di protesta dei lavoratori

Riggio aggiunge: “È stata chiesta la cassa integrazione e ad alcuni è arrivata. A me è arrivata lunedì scorso. Quella dal primo marzo che sono circa mille euro. Ma noi siamo alla canna del gas, senza stipendio e senza lavoro. Vivo ad Arezzo con la famiglia, mia moglie non lavora e mia figlia fa lavori saltuari. È questo il problema. Io che ho sessant’anni e ho anche inviato il curriculum ad altre aziende, alcuni mi hanno chiamato come sub appalto. Mi mancano quattro anni e mezzo per andare in pensione e sono in difficoltà economiche”.

“È dal 1987 - continua ancora - che lavoro in questo settore, prima c’era la Ciet poi ho fatto diversi passaggi in altre aziende. Sono arrivato a Tsd ma non riesco a trovare altri lavori per andare avanti, raschio il barile con la speranza che si risolva in breve tempo”. “La situazione –conclude Riggio – non è rosea, non hai speranza per il futuro. Anche se invii i curriculum vitae, chi ha sessant’anni cercano di scansarlo. Anche se hai diverse esperienze. Si cerca di assumere i giovani a basso prezzo. La cassa integrazione sta arrivando a macchia di leopardo, è stata prevista dall’1 marzo al 28 febbraio 2026 e c’è solo quella per ora, con la speranza che continuino a pagarla”.

Preoccupazione per il futuro di Telco l’ha già espressa la Cgil aretina, attraverso il segretario provinciale Alessandro Tracchi. Ad Arezzo ormai meno di cinquanta sospesi a zero ore. “Questa non è una normale crisi aziendale. Quale impresa va in gravissime difficoltà avendo lavoro, professionalità qualificate, mercati aperti e operando nel settore maggiormente strategico del Paese? I lavoratori della Telco stanno progressivamente diminuendo: come ha giustamente ricordato l’assessora regionale Alessandra Nardini, si è passati in poco tempo da 700 a 330 in Italia. Siamo di fronte al possibile svuotamento della Telco e al frazionamento dei dipendenti in altre aziende, di più piccole dimensioni e quindi che sono maggiormente a rischio per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e la loro sicurezza".

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