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I miliardi dell'oro: la farfalla Ankara spinge Arezzo, leader dell’export

Julie Mary Marini

11 Maggio 2025, 17:06

Oroarezzo

Record di esportazioni per il distretto orafo di Arezzo

Il distretto orafo di Arezzo ha registrato nel 2024 una crescita record delle esportazioni, che vale quasi la metà di tutto l’export orafo nazionale. Il 48,2% per la precisione. Nel periodo gennaio-dicembre, infatti, secondo i dati Istat elaborati dal Centro Studi Confindustria Federorafi, l’export aretino di settore vale 7,694 miliardi con un +119% sull’annualità precedente. Il volume complessivo su scala nazionale dell’export di oro, argento e gioielli vale 15 miliardi e mezzo di euro. Un volume che la stessa Confindustria Federorafi nazionale giudica “anomalo” nel suo report annuale sul comparto, che riguarda un numero limitato di aziende aretine, che arriva a valle di acquisti sempre più massicci dalla Turchia. Ankara ha iniziato ad approvvigionarsi di catene e semilavorati perché le politiche di contenimento dell'inflazione della lira turca rendono svantaggioso per l'industria acquistare la materia prima. I lingotti finiscono solo nella banca centrale.

I gioiellieri fanno shopping ad Arezzo e poi fondono il metallo prezioso per le loro creazioni, perché è paradossalmente più conveniente. È il celebre battito d’ali di farfalla, che non importa a quante migliaia di chilometri avvenga, provocherà effetti su ciascuno di noi. Qui la farfalla è ad Ankara e ha come effetto aver spinto Arezzo non solo in testa ai distretti orafi italiani. Ma addirittura in testa alla crescita tra tutti i distretti. A sfogliare l’ultimo monitor dei distretti del Research Department di Intesa Sanpaolo, Arezzo supera in crescita complessiva tutti i distretti produttivi e stacca persino due campioni del food made in Italy come l’olio toscano (+56% sui 9 mesi 24/23) e il lattiero-caseario parmense (+38%).

In questo scenario, arrivano i dazi dell’amministrazione Trump. Prima annunciati, poi sospesi: con l’effetto di creare incertezza per l’export sul secondo mercato aretino, gli Stati Uniti. Italian Exhibition Group che organizza Oroarezzo ha tra i suoi compiti la selezione di un contingente di buyer profilati assieme a Ice Agenzia e ospitati durante i giorni di manifestazione. Ebbene, Ieg ha reso noto che i buyer americani ospitati sono addirittura aumentati del 30% nonostante questo clima di incertezza. I circa 400 espositori saranno visti da un contingente complessivo di 400 buyer provenienti da 60 Paesi, con presenze maggiori da Emirati Arabi, Egitto, Colombia, Argentina, Libano, Romania, Hong Kong.

Torniamo al podio dell’oreficeria. Alla performance di Arezzo, seguono Vicenza che tiene il 15,6% del mercato estero, poi Milano (12,3%), Alessandria (11,6%); quinta Firenze (3,8%). I principali mercati di destinazione della manifattura aretina sono, per volumi, la Turchia con 4,733 mld (+523%), Emirati Arabi Uniti con 739 mln (+7,9%), Stati Uniti a 501,7 mln (+6,5%), Francia a 262,9 mln (+9,7%) e Hong Kong con 201,4 mln (-14,4%). Balzo che si riflette anche su scala nazionale, come si diceva. Ankara è salita dal quinto posto del ranking dei mercati esteri del 2023, al primo posto con 5,3 miliardi. La variazione annuale è pari al +468,7% (da ricondurre alla gioielleria da indosso, che segna +470,9%). L’export di oro, argento e gioielleria verso la Turchia evidenzia un aumento di rilievo anche nel caso delle quantità di oreficeria-gioielleria da indosso, cresciute del +149,8% (+61,6 ton) rispetto al 2023. Alla performance della Turchia, nella Top 5 dei mercati esteri per l’Italia, seguono: gli Stati Uniti con 1,399 mld di esportazioni (-6,6%). In terza posizione si colloca la Svizzera 1,280 mld (-15%) e a seguire Emirati Arabi Uniti 1,239 mld (+10,6%), davanti alla Francia 1,073 mld (+0,3%).

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