Mercoledì 22 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Economia

Nestlé ha deciso di vendere Acqua Sanpellegrino e Panna (non solo). Affare da miliardi di euro. Potrebbero tornare italiane?

Julie Mary Marini

10 Luglio 2025, 13:13

acqua

Acqua Panna e San Pellegrino potrebbero tornare italiane

L'acqua Sanpellegrino e Acqua Panna potrebbero tornare italiane. La multinazionale Nestlé sta valutando la vendita della sua divisione waters, che comprende i due storici marchi insieme a Levissima e altri brand internazionali come Perrier e Vittel. Il progetto, guidato dalla banca d’affari Rothschild & Co, segue la cessione nel 2020 dei marchi nordamericani a One Rock Capital per 4,3 miliardi di dollari. I risultati economici del 2024 le confermano tra le stelle del gruppo: con ricavi per circa 3,4 miliardi di euro, la divisione costituisce il 3,5 % del fatturato totale di Nestlé, stimato in 98 miliardi. La valutazione complessiva del gruppo Waters si aggira sui 5,8 miliardi di euro.

Ma perché allora Nestlè vende? Il ceo Laurent Freixe ha deciso nei mesi scorsi di sfoltire radicalmente l’offerta Nestlé, riducendo i circa 2.000 marchi a una trentina di core brand globali e riposizionando il comparto acque in una struttura autonoma già operativa da fine 2024. Questo asset è risultato marginale rispetto al gruppo e oggi rappresenta un'occasione per liquidare operazioni non rientranti nel futuro industriale del colosso svizzero. Chi può acquistare? Fondi esteri e investitori italiani. Vari fondi internazionali – Pai, Platinum Equity, Blackstone e Carlyle/DC&R – hanno mostrato interesse per il dossier, ma finora nessuna offerta si è concretizzata. A rallentare il processo concorrono l’aumento dei tassi, l’incertezza geopolitica e recenti polemiche legate a controlli sanitari – in particolare in Francia su Perrier – che hanno acceso i riflettori sui metodi di trattamento dell’acqua Nestlé.

C'è anche la possibilità che i marchi vengano venduti separati, partendo proprio da quelli con origini italiane e l’interesse manifestato da gruppi industriali e finanziari italiani lascia presagire un possibile ritorno della gestione in mani nazionali, con garanzie di tutela occupazionale e continuità produttiva Sanpellegrino, fondata nel 1899 a San Pellegrino Terme (Bg), è entrata nel gruppo Nestlé nel 1998. Conta quattro stabilimenti, oltre 1.400 dipendenti e produce anche Levissima e bibite iconiche come Aranciata e ChinòAcqua Panna, invece, scaturisce dalle sorgenti nel territorio fiorentino ed è diventata parte del gruppo nel 1957. I marchi puntano sui segmenti Ho.Re.Ca e Gdo, con una forte vocazione all’export: Sanpellegrino è conosciuta in più di 150 Paesi.

Il futuro dipenderà da chi riuscirà a garantire la qualità produttiva, il presidio delle fonti e la tutela del valore simbolico che rappresentano nel panorama italiano. La vendita per ora resta ancora al livello strategico: nessuna firma è stata apposta, nessun prezzo ufficializzato. Nei prossimi mesi si saprà se l’operazione avverrà per l’intero comparto Waters o a step, e se tra gli offerenti potrà spuntare qualche candidato italiano in grado di riportare “a casa” questi simboli del made in Italy. L’attenzione resta alta, perché il destino di Sanpellegrino e Panna non è solo economico, ma simbolico: non sarebbe infatti solo un affare finanziario, ma un segno di fiducia nel sistema produttivo nazionale. I prossimi passi saranno cruciali per la definizione del nuovo assetto proprietario – e per il futuro di migliaia di lavoratori.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie