Jannik Sinner insieme a Simone Vagnozzi
Simone Vagnozzi, ascolano classe 1983, è stato un tennista professionista con classifica modesta (best ranking Atp n.161 in singolare e n.74 in doppio), ma già durante la carriera aveva mostrato una spiccata predisposizione al lavoro tecnico. Dopo il ritiro si è fatto apprezzare come allenatore di diversi giocatori italiani emergenti: ha seguito Marco Cecchinato durante la semifinale al Roland Garros 2018, ha collaborato con Stefano Travaglia, aiutandolo ad arrivare in Top 100, e ha dato continuità al percorso di giovani come Salvatore Caruso. Vagnozzi è arrivato nel team Sinner nel febbraio 2022, subito dopo la separazione dell'altoatesino da Riccardo Piatti, lo storico coach che lo aveva cresciuto sin da junior. Il suo compito iniziale non era semplice: raccogliere l’eredità di un allenatore carismatico e gestire un talento già lanciato nel circuito. La sua forza è stata la concretezza: disciplina, attenzione ai dettagli, programmazione scientifica degli allenamenti. Secondo chi lo conosce bene, Vagnozzi ha portato a Sinner un approccio più “artigianale”, tipicamente italiano: ore in campo, cura dei fondamentali, esercizi ripetuti fino alla perfezione. È stato lui, per esempio, a spingere sull’aggressività del dritto, colpo che negli ultimi due anni è diventato più pesante e incisivo.
Jannik Sinner tra Simone Vagnozzi e Darren Cahill
Dall’altra parte del box siede un allenatore di caratura internazionale. Darren Cahill, australiano classe 1965, è un ex giocatore (n.22 ATP in singolare, semifinalista Us Open 1988) e uno dei coach più rispettati del circuito. La sua carriera da allenatore è costellata di successi: ha guidato Lleyton Hewitt al numero 1 del mondo, ha seguito Andre Agassi negli anni finali della carriera, contribuendo alla sua longevità, ed è stato il mentore di Simona Halep, accompagnandola fino alla vittoria di Wimbledon 2019. Cahill ha uno stile diverso da Vagnozzi.
Meno legato alla ripetizione tecnica, più focalizzato sulla gestione mentale e strategica, sulla capacità di leggere i momenti della partita. È considerato un maestro nel preparare i giocatori alla pressione dei grandi palcoscenici, grazie anche alla sua lunga esperienza come commentatore per Espn e come consulente tecnico per varie federazioni. Quando nel 2022 ha scelto di affiancare Sinner, la scelta ha avuto un peso enorme: non è comune che un coach del suo calibro si leghi a un giocatore giovane, a meno che non intraveda in lui un potenziale da fuoriclasse assoluto.
I tecnici Simone Vagnozzi e Darren Cahill
L’intuizione di unire i due coach è stata vincente. Non un’alternanza, ma una vera e propria co-gestione. Vagnozzi lavora giorno per giorno con Sinner in Italia e nei periodi di allenamento; Cahill lo raggiunge nei tornei principali, portando la sua esperienza internazionale e il suo occhio strategico. Il rapporto con Jannik è costruito sulla fiducia reciproca. Il tennista li ascolta entrambi, integrando i consigli senza contrapposizioni. Quando serve durezza, arriva la voce di Vagnozzi; quando serve calma e visione, interviene Cahill. È un equilibrio che si riflette in campo: oggi Sinner appare più solido nelle scelte tattiche e più maturo nei momenti chiave.
Dalla loro unione è nato il nuovo Sinner. Più consapevole del suo fisico, più costante nelle prestazioni, capace di reggere maratone Slam e di vincere partite che un tempo avrebbe lasciato andare. Il 2023 e il 2024 hanno mostrato questa trasformazione: titoli importanti, scalata al numero 1 Atp, e una crescita continua che sembra non essersi ancora fermata. Il merito, oltre al talento e al carattere del ragazzo, è di un team che ha saputo dividersi i compiti e integrarsi. Vagnozzi rappresenta la radice italiana, il lavoro quotidiano; Cahill è la proiezione internazionale, la voce di chi sa cosa serve per stare al vertice.