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Mattarella, la Liberazione, l'antifascismo e i familiari delle vittime in attesa dei risarcimenti

La visita di Mattarella La visita di Mattarella

La visita del presidente della Repubblica a Civitella in Val di Chiana per il 79esimo anniversario della Festa della liberazione nazionale, ricuce la storia in uno dei luoghi più martoriati d'Italia, in provincia di Arezzo, teatro di "crimini disumani" come Sergio Mattarella ha definito quanto avvenne in tutto il Paese ad opera nei nazifascisti e in particolare a Civitella, Cornia e San Pancrazio il 29 giugno 1944: 244 inermi civili uccisi, case bruciate, violenze.
Mattarella, citando anche Aldo Moro, ha invitato a superare ogni divisione concordando nell'antifascismo, con la Resistenza ad opera di partigiani e cittadini, donne uomini giovani, che fu elemento di contrapposizione decisiva.
E mentre i partigiani "usarono le armi affinché un giorno tacessero" il fascismo (citato 12 volte nel discorso di 18 minuti) non provava pietà e con il nazismo fu capace di cose atroci contro le regole internazionali e l'umanità. Mattarella ha incontrato superstiti dell'eccidio, con la figura di Ida Balò che ha colpito l'Italia per la toccante testimonianza: era nella chiesa dove i tedeschi fecero irruzione e uccisero, per primo, il prete don Alcide Lazzeri che si era offerto come agnello sacrificale. In corso la causa di beatificazione.
I familiari delle vittime hanno consegnato una lettera al capo dello Stato per sollecitare lo sblocco dei risarcimenti al termine delle cause. Anche il presidente della Regione Toscana, Giani, ha sollecitato un intervento dello Stato. Presente alla cerimonia il ministro della difesa Crosetto. Onori di casa fatti dal sindaco di Civitella, Tavarnesi, netto il discorso di ricostruzione storica della professoressa Ponzani su Liberazione, Resistenza e fascismo. Ottavia Piccolo ha letto drammatiche testimonianze di quel giorno.
Visita del presidente nella Sala della memoria, che custodisce oggetti e reliquie dell'eccidio. Lo storico e scrittore Santino Gallorini ha consegnato a Mattarella il libro che ricostruisce analiticamente i fatti, a partire dalla sciagurata azione dei partigiani che il 18 giugno 1944 uccisero tre tedeschi in una imboscata in un locale: dopo alcuni giorni in cui si temeva la rappresaglia, ci fu l'illusone che tutto fosse passato, invece la mattina del 29 fu attuato lo sterminio in tutta l'area ritenuta da "bonificare" rispetto alle bande partigiane. Stop ad astio, rancori, risentimenti durati decenni.
La stessa Ida Balò afferma: "Le colpe furono della guerra, del fascismo, del nazismo. Il presidente ha abbracciato tutti." Mattarella ha lasciato il messaggio: "Senza memoria non c'è futuro" ponendo l'antifascismo e la Liberazione alla base della libertà conquistata, della Costituzione che tutela, per il futuro, da autoritarismi e totalitarismi.