L'iniziativa
La ruspa utilizzata da Gezim Dodoli e nel riquadro Sandro Mugnai
Ad Arezzo seconda fiaccolata oggi, venerdì 7 febbraio, per Sandro Mugnai. L’appuntamento a sostegno dell’artigiano 54enne, che il 5 gennaio 2023 sparò con il fucile uccidendo Gezim Dodoli, il vicino che gli stava distruggendo casa con una ruspa, è in programma alle ore 18. “La fiaccolata – spiega Giovanni Severi, imprenditore e amico di Mugnai, portavoce del comitato spontaneo nato a sostegno dell'artigiano – partirà da piazza della Libertà per percorrere via Cesalpino fino ad arrivare in piazza San Francesco. Vi prenderanno parte anche l’onorevole Tiziana Nisini e il responsabile sicurezza della Lega”.
Sempre oggi, venerdì 7 febbraio, alle 11.30, nella Sala Rosa del Palazzo comunale di Arezzo, è previsto un approfondimento sul tema della legittima difesa. Lo scorso 7 dicembre, a San Polo, luogo dove accadde il fatto, furono circa 120 le persone a partecipare alla fiaccolata a sostegno di Mugnai. L’iniziativa di oggi, come quella di allora, è stata annunciata dal parroco di San Polo, don Natale Gabrielli, e da Giovanni Severi, che hanno già promosso altre iniziative a sostegno dell’artigiano. Sandro Mugnai sarà processato il 15 marzo. È stato il giudice Stefano Cascone a rinviare a giudizio l'uomo. Sarà quindi il dibattimento dinanzi a giudici togati e popolari a qualificare l'accaduto. Omicidio volontario è l'imputazione, dopo che la legittima difesa, anche nella forma dell'eccesso, è stata rigettata dal gip Claudio Lara con rinvio degli atti alla procura. A difendere Mugnai sono gli avvocati Marzia Lelli e Piero Melani Graverini.
L'assalto con la ruspa fu interpretato da Mugnai - sostiene lui stesso - come una minaccia improvvisa, inattesa, ingiusta, che metteva a rischio la sua incolumità e quella dei familiari radunati all'interno dell'abitazione per la cena. Reagì con la carabina da caccia al cinghiale regolarmente detenuta ed esplose alcuni colpi. Dodoli morì nella cabina di guida del mezzo meccanico. Per l'accusa, invece, gli spari iniziarono quando la vittima era ancora nella fase di danneggiamento delle auto, all'esterno, quindi non vi era un reale pericolo di vita.
Sempre per l'accusa la condotta dell'artigiano sarebbe stata improntata ad una scelta consapevole, come se avesse ingaggiato un duello con l'altro. Opposta la tesi della difesa che inquadra il tragico episodio nell'alveo della legittima difesa. Il processo si giocherà su ricostruzione e dinamica dei fatti, sequenza e direzione dei colpi e altro. Mugnai - provato da quanto accaduto, ma convinto di aver agito per tutelare sé e i familiari - ha ricevuto solidarietà da più parti, dalla gente e dal mondo politico. La famiglia di Dodoli è parte civile e fin dall'inizio i suoi legali hanno parlato di omicidio e non di atto difensivo.
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