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Sicurezza

Arezzo, operazione Gold Strike: così è stata sgominata la banda delle rapine agli orafi. Chi sono i membri dell'associazione a delinquere. Appoggi e contatti in città. Undici arresti

Julie Mary Marini

12 Febbraio 2025, 15:11

operazione gold strike

La conferenza stampa delle forze dell'ordine

Operazione Gold Strike ad Arezzo: smantellata associazione a delinquere specializzata in rapine agli orafi. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo, ha visto l'impiego dei carabinieri della Compagnia di Arezzo, con il supporto dei comandi provinciali di Firenze, Caserta, Napoli e Salerno.

Esecuzione di misure cautelari
Nella giornata di lunedì 11 febbraio 2025, è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Arezzo nei confronti di 11 indagati. Le accuse contestate includono associazione per delinquere, furto, rapina e ricettazione. Il bilancio dell'operazione conta sette persone arrestate e tradotte in carcere, mentre altre quattro sono state poste agli arresti domiciliari.


Materiale e soldi sequestrati alla banda

Dettagli dell'indagine
L'indagine, avviata il 28 giugno 2024 dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Arezzo, è scaturita dalla rapina ai danni del titolare della ditta Italiana Horo di Badia al Pino, comune di Civitella in Valdichiana, in provincia di Arezzo. Attraverso un'attività investigativa complessa, che ha impiegato tecniche tradizionali, intercettazioni e riscontri, è stata svelata l'esistenza di un'organizzazione criminale ben strutturata. Quel giorno, due individui a bordo di un motociclo con targa contraffatta avevano aggredito il titolare dell'azienda orafa, utilizzando spray al peperoncino per sottrargli una verga d'oro di 18,7 chili, destinata alla separazione dell'oro puro, per un valore stimato di 600.000 euro.

Attività illecite accertate
Le indagini hanno permesso di ricostruire le fasi antecedenti e successive alla rapina, raccogliendo elementi significativi sulla responsabilità del gruppo. Le investigazioni hanno portato all'individuazione del gruppo criminale autore della rapina all'azienda e alla catena di ricettazione del materiale rubato. È stata inoltre scoperta la pianificazione di ulteriori colpi anche in altre province, con tanto di piani operativi e divisione dei ruoli. Accertata, inoltre, la pianificazione e realizzazione di una tentata rapina ai danni della gioielleria Grotti di Arezzo il 23 settembre 2024.

Ruoli e specializzazioni
La banda, con base logistica ad Arezzo, era specializzata in rapine a danno di aziende e gioiellerie del settore orafo. Tra i membri chiave figuravano: un 53enne campano, organizzatore e stratega delle rapine, esperto nella pianificazione e gestione operativa dei colpi; un 51enne della provincia di Caserta, residente ad Arezzo, che forniva il supporto logistico, mettendo a disposizione un capannone per nascondere e modificare i mezzi utilizzati per le rapine. Due esecutori materiali delle rapine, un 52enne e un 28enne di origine napoletana. Un 65enne aretino, già noto alle forze dell'ordine, che suggeriva gli obiettivi e ne studiava i punti deboli. Un 54enne aretino, ex orafo, che fungeva da basista, fornendo informazioni utili per i colpi e agevolando la successiva collocazione dei proventi delle rapine sul mercato. Gli altri indagati sono accusati di reati connessi all'associazione.

Pericolosità e rischio di reati reiterati
L'organizzazione si distingueva per la meticolosità delle pianificazioni, la spregiudicatezza nelle azioni criminali e l'indifferenza per le conseguenze sulle vittime, anche anziane. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Arezzo ha evidenziato la pericolosità degli indagati e il rischio che potessero mettere a segno altri colpi, disponendo così le undici misure cautelari.

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