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Agricoltura

Troppo caldo, meloni bruciati dal sole. A rischio anche angurie, susine, pesche, pomodori e melanzane. Allarme per frutta e verdura

Julie Mary Marini

02 Luglio 2025, 06:16

melone

Crolla la produzione di meloni. E non solo

Troppo caldo. La frutta bruciaL’estate 2025 si sta rivelando una delle più roventi degli ultimi anni, con temperature stabilmente sopra i 35° in molte aree della Toscana e picchi che hanno raggiunto e superato i 40°. Questa situazione sta avendo effetti devastanti sulle coltivazioni. Interi filari di meloni pronti per la raccolta sono stati letteralmente bruciati dal sole, causando la perdita di centinaia di chilogrammi di prodotto e danni stimati su almeno la metà della produzione per alcune aziende agricole in particolare della Maremma.

No solo meloni. La frutta e gli ortaggi sono tra le vittime principali di questa ondata di calore. Oltre ai meloni, risultano a rischio angurie, susine, pesche, pomodori e melanzane. L’esposizione prolungata a temperature elevate può provocare scottature, macchie e spaccature della buccia, rendendo i prodotti non più commercializzabili e causando gravi perdite economiche per le aziende agricole. A preoccupare sono anche le colture strategiche della regione, come olivi e viti, che richiedono particolare attenzione in queste condizioni climatiche estreme.

Gli agricoltori stanno adottando diverse strategie per cercare di salvare almeno parte del raccolto:

  • Anticipare la raccolta nelle ore più fresche del mattino.
  • Diradare i frutti sugli alberi, eliminando quelli più deboli.
  • Mettere a disposizione dei lavoratori acqua a sufficienza e dispositivi di protezione.
  • Sospendere le attività nelle ore più calde, come previsto dall’ordinanza regionale che vieta il lavoro nei campi tra le 12.30 e le 16.

Il cambiamento climatico è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti e che è necessario accelerare sugli investimenti per l’agricoltura di precisione e la gestione delle risorse idriche. In questo senso, la Regione Toscana ha annunciato un bando per il recupero e la realizzazione di nuovi invasi aziendali, con contributi fino all’85% per sostenere le aziende nell’immagazzinamento dell’acqua piovana, fondamentale in periodi di siccità prolungata. Le alte temperature non risparmiano nemmeno gli allevamenti: nelle aziende zootecniche si lavora per garantire il benessere degli animali, con ventilatori e abbeveratoi sempre attivi. Le mucche, in particolare, soffrono oltre i 24°C: mangiano meno, bevono molto e producono meno latte. Il clima torrido favorisce anche la proliferazione di insetti dannosi come cimici, coleotteri e afidi, che possono aggravare ulteriormente la situazione nei campi.

Le proiezioni degli esperti indicano che estati sempre più calde ed eventi estremi saranno la nuova normalità anche in Italia, con anomalie termiche che quest’anno hanno raggiunto +4° rispetto alla media in alcune zone della Toscana e un deficit di precipitazioni significativo. L’assuefazione a queste condizioni rischia di far sottovalutare la gravità del cambiamento in atto e rende ancora più urgente un adeguamento strutturale del settore agricolo. Senza acqua e senza strategie di adattamento, il futuro dell’agricoltura è seriamente a rischio.

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