L'assassino
Chi era Antonio Mantovani, il mostro di Milano? E' stato un serial killer che ha terrorizzato la Lombardia negli anni '80 e '90. La sua storia è segnata da una infanzia difficile e da una personalità disturbata, che lo hanno portato a commettere una serie di crimini atroci.
Nato nel 1957, in provincia di Verona, Mantovani fu abbandonato dalla madre all'età di 7 anni in un collegio, dove subì umiliazioni e violenze psicologiche che influenzarono profondamente la sua personalità. A 14 anni tentò di violentare una bambina di tre anni, ma fu assolto per essere minore. L'episodio segnò l'inizio di una serie di comportamenti violenti e disturbati. Nel 1979 cercò di violentare la moglie di un suo amico, ma fu riconosciuto seminfermo di mente e quindi anche in quel caso non condannabile.
Il suo primo omicidio risale al 1983, quando uccise Carla Zacchi, moglie di un suo amico, a Sesto San Giovanni. La donna viene attirata fuori casa con un pretesto mentre il marito è assente. Rifiutando le richieste sessuali, viene colpita alla testa e strangolata, poi gettata in un canale. Viene ritrovata nuda da un passante. Aveva solo 26 anni. Mantovani viene arrestato e condannato a 29 anni di carcere. Nel 1996, dopo 13 anni di detenzione, ottiene la semilibertà, che gli permette di uscire di giorno per lavorare e tornare in carcere la sera. Approfittando di questa libertà condizionata, commette altri crimini. Nel 1996 uccide un'altra donna, una detenuta in semilibertà, Dora Vendola, 38 anni. Viene ritrovata strangolata con la cinta del suo impermeabile a bordo di una Fiat Panda. Lui la conosceva, ma giura di non averla uccisa. Mancano prove e non viene accusato formalmente e non viene ritirata la semi libertà.
Nel 1997, scompare una parrucchiera, Simona Carnevale. Telefona alla sorella per dire che tornerà più tardi, ma da quel momento non si sa più niente di lei. In seguito un compagno di cella accusa Mantovani di aver confessato l'omicidio di una ragazza durante la sua semilibertà. Viene inoltre ritrovato il corpo senza vita di Carolina De Donato, proprietaria dell'appartamento che il serial killer aveva affittato. La donna è nel suo letto, con due sacchetti di plastica in testa, circondata da bambole e profumi: una messinscena per far pensare ad un suicidio.
Mantovani viene catturato e accusato formalmente. Nel 2001, la Corte d'Assise di Milano lo condanna all'ergastolo per la morte della parrucchiera e a 29 anni per quella della sua ex padrona di casa. La sentenza viene confermata in appello e Cassazione nel 2002. Antonio Mantovani si è impiccato nel carcere di Saluzzo il 28 marzo 2003, mentre stava scontando la sua pena. Non ha mai confessato i suoi crimini.
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